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Proponiamo una anticipazione di alcune poesie di Sophia de Mello Breyner Andresen, tratte dalla raccolta di prossima pubblicazione (5 maggio 2022) Il giardino di Sophia, cura e traduzione di Roberto Maggiani, Il ramo e la foglia edizioni. Le proponiamo come una preghiera laica per la pace e per tutti i morti innocenti, con uno sguardo particolare sull’attuale conflitto in corso tra Russia e Ucraina; da entrambe le parti ci sono innocenti che muoiono, tuttavia ci teniamo a non dimenticare che è la Russia, o forse solo il dittatore Putin, l’invasore, per questo siamo solidali al popolo ucraino che lotta per la propria indipendenza.
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A PAZ SEM VENCEDOR E SEM VENCIDOS
Dai-nos Senhor a paz que vos pedimos
A paz sem vencedor e sem vencidos
Erguei o nosso ser à transparência
A paz sem vencedor e sem vencidos
Fazei Senhor que a paz seja de todos
A paz sem vencedor e sem vencidos
LA PACE SENZA VINCITORE E SENZA VINTI
Dacci Signore la pace che ti chiediamo
La pace senza vincitore e senza vinti
Eleva il nostro essere alla trasparenza
La pace senza vincitore e senza vinti
Fai Signore che la pace sia di tutti
La pace senza vincitore e senza vinti
GUERRA OU LISBOA 72
Partiu vivo jovem forte
Sua morte nos jornais
GUERRA O LISBONA 72
È partito vivo giovane forte
La sua morte sui giornali
O SOLDADO MORTO
Os infinitos céus fitam seu rosto
Tem as duas mãos côncavas ainda
E a luz, as horas, as colinas
IL SOLDATO MORTO
I cieli infiniti fissano il suo volto
Ha entrambe le mani ancora concave
E la luce, le ore, le colline
PÁTRIA
Por um país de pedra e vento duro Por um país de luz perfeita e clara Pelo negro da terra e pelo branco do muro
Pelos rostos de silêncio e de paciência Que a miséria longamente desenhou Rente aos ossos com toda a exatidão Dum longo relatório irrecusável
E pelos rostos iguais ao sol e ao vento
E pela limpidez das tão amadas Palavras sempre ditas com paixão Pela cor e pelo peso das palavras Pelo concreto silêncio limpo das palavras Donde se erguem as coisas nomeadas Pela nudez das palavras deslumbradas
— Pedra rio vento casa Pranto dia canto alento Espaço raiz e água Ó minha pátria e meu centro
Me dói a lua me soluça o mar E o exílio se inscreve em pleno tempo
PATRIA
Per un paese di pietra e vento forte Per un paese di luce perfetta e chiara Per il nero della terra e per il bianco del muro
Per i volti di silenzio e di pazienza Che la miseria lungamente ha disegnato Rasente alle ossa con tutta l’esattezza Di una lunga relazione irrecusabile
E per i visi uguali al sole e al vento
E per la limpidezza delle tanto amate Parole sempre dette con passione Per il colore e per il peso delle parole Per il concreto silenzio limpido delle parole Da dove si ergono le cose nominate Per la nudità delle parole abbagliate
— Pietra fiume vento casa Pianto giorno canto ardore Spazio radice e acqua O mia patria e mio centro
Mi duole la luna mi singhiozza il mare E l’esilio s’inscrive in pieno tempo
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[...] Não aceitamos a fatalidade do mal. Como Antígona a poesia do nosso tempo diz: «Eu sou aquela que não aprendeu a ceder aos desastres.» Há um desejo de rigor e de verdade que é intrínseco à íntima estrutura do poema e que não pode aceitar uma ordem falsa.
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[...] Non accettiamo la fatalità del male. Come Antigone la poesia del nostro tempo dice: «Sono colei che non ha imparato a cedere ai disastri.» C’è un desiderio di rigore e di verità che è intrinseco all’intima struttura del poema e che non può accettare un ordine falso.
(Sophia de Mello Breyner Andresen, tratto dal testo POSTFAZIONE in Livro Sexto, pubblicato integralmente in Il giardino di Sophia)
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